Quattro ottobre 2018. Il Ministero dell’Ambiente è #PlasticFree. Dagli uffici di via Cristoforo Colombo spariscono bottigliette e bicchieri di plastica e da quel momento con i fatti, oltre che con le parole, Sergio Costa lancia la sfida alle amministrazioni pubbliche affinché siano da esempio a tutti i cittadini liberandosi dalla plastica monouso
Ministro Costa, ci racconti come l'Italia si pone rispetto alla recente direttiva europea sulla plastica monouso.
SC:La direttiva Ue segna la fine, ma anche l'inizio di un percorso: un'Europa sempre più libera dalla plastica, grazie a nuove norme più stringenti.
L'Italia, capofila nella grande battaglia contro la plastica monouso, non abbasserà la guardia: vogliamo essere tra i primi Paesi a recepire la direttiva Ue. E' un altro passo importante per la nostra strategia di riduzione dei rifiuti, che abbiamo impostato fin da subito con l'avvio, a giugno 2018, della campagna del ministero dell'Ambiente #plasticfree, e con due strumenti legislativi: l'approvazione in Consiglio dei ministri della legge “Salvamare" e il credito d'imposta per la riduzione degli imballaggi approvato in legge di Bilancio.
Sono tantissime le realtà che hanno aderito al mio appello, come si può vedere sul sito del Ministero che, naturalmente, non poteva non dare il buon esempio e liberarsi subito dalla plastica monouso: dal 4 ottobre sono “sparite" le bottigliette di plastica dell'acqua e i dipendenti sono stati dotati di una borraccia in alluminio che riempiono quotidianamente d'acqua ai distributori alla spina.
Quant'è diffuso questo approccio sostenibile nella realtà italiana?
SC:Centinaia e centinaia sono le istituzioni, gli enti, le associazioni, le scuole, che ormai non usano più la plastica usa e getta, grazie alla sfida #plasticfree lanciata dal Ministero dell'Ambiente. E questo è un segnale importante e incoraggiante:
la sensibilità degli italiani è in continuo aumento e ciò fa ben sperare. Con il Coni abbiamo firmato un accordo affinché tutte le manifestazioni sportive, sia quelle professionistiche sia quelle dilettantistiche, possano diventarlo.
Abbiamo investito più di un milione e mezzo per la riconversione energetica degli impianti sportivi, iniziative sportive nelle aree protette e la diffusione del plasticfree nello sport per un salto di qualità nella diffusione delle buone pratiche. Sarebbe bello replicare questo “modello" con altre realtà italiane. Inoltre, con la legge
“Salvamare" i pescatori potranno finalmente portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle loro reti. Finora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento.
Quali sono gli elementi positivi del Sistema Italia che potrebbero agevolarne la diffusione?
SC:La sensibilità ambientale crescente degli italiani, alla quale facevo riferimento prima, è un fattore determinante.
Così come la filiera della green economy in continua espansione, come dimostrano diversi studi che attestano tra l'altro circa 3 milioni di occupati nei green jobs. Gli studiosi ci dicono che, per ogni miliardo di euro speso per il carbonfossile, si producono mediamente 5000 posti di lavoro incluso l'indotto, mentre per ogni miliardo speso per le energie rinnovabili se ne producono circa 15 mila. Dobbiamo dunque iniziare questo percorso che punti ancora di più sulla
green economy. Inoltre noi in Italia abbiamo un grande punto di forza: la tecnologia, tutta
made in Italy, unica al mondo per l'economia circolare. Ho firmato da poche settimane il decreto che ha sbloccato l'end of waste dei pannolini e dei prodotti assorbenti per la persona: parliamo di oltre 100 brevetti tutti italiani in un solo stabilimento, nel trevigiano, dove è possibile ricavare nuova cellulosa e plastica da questi prodotti igienici che finivano in discarica o in incenerimento. Ebbene, adesso potranno essere aperti fino a 60 nuovi stabilimenti creando più di mille posti di lavoro ed evitando che oltre 900 mila tonnellate di rifiuti finiscano in discarica o incenerite. Questa è la strada da seguire.
Quali sono le eventuali criticità che potrebbero invece impedirla?
SC:Siamo un Paese che esporta tecnologia ambientale, ma ha difficoltà a svilupparlo al suo interno. E' questo il momento per un cambio di passo:
si può fare sia tutela dell'ambiente sia produzione e occupazione. La burocrazia è ancora un nemico ma stiamo lavorando, attraverso una commissione per la sburocratizzazione, a facilitare il sistema e a rimuovere quei nodi che bloccano inutilmente il sistema. Chi concepisce l'economia secondo i vecchi paradigmi produttivi basati sullo sfruttamento delle risorse, e non secondo la
green economy e l'economia circolare, appartiene all'archeologia politica. Voglio fare un esempio di come il nostro impegno sia forte e concreto: dal 2025 in Italia non ci sarà più l'utilizzo del carbone. Siamo un grande paese industriale e continueremo il nostro sviluppo, ma senza carbone. Dunque, uno sviluppo sostenibile che rispetti l'ambiente. Non dimentichiamolo: la plastica monouso è dannosa e deve essere messa al bando senza esitazione. Tra l'altro, ha un impatto su ben 700 specie marine: nove uccelli marini su dieci, una tartaruga marina su tre e più della metà delle specie di balene e delfini ingeriscono plastica.
Sono previste iniziative concrete del Ministero per una sua maggiore promozione sul territorio?
SC:Anche quest'estate stiamo replicando la campagna di
sensibilizzazione #Iosonoambiente nelle località turistiche italiane per sensibilizzare gli italiani sull'importanza di non lasciare rifiuti in plastica vicino al mare e, in generale, in vacanza. Grazie all'apporto dei Carabinieri forestali, abbiamo scelto non soltanto il mare ma anche le zone interne: più di 80 località da Nord a Sud. Inoltre con la Guardia Costiera è stato realizzato dalla Rai uno spot, che vedremo tutti in tv questa estate, per sensibilizzare sulla riduzione dell'uso della plastica. Confido nella collaborazione dei cittadini e soprattutto ripongo molta fiducia nelle nuove generazioni, sulle quali il mio Ministero sta scommettendo particolarmente. Con il Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, abbiamo voluto destinare, grazie a un protocollo d'intesa tra i nostri dicasteri, un milione e trecentomila euro per percorsi di educazione ambientale nelle scuole. Vogliamo che i nostri ragazzi facciano da portavoce nelle loro famiglie del messaggio di quanto sia importante prendersi cura dell'ambiente in cui viviamo.
Rispetto agli altri Stati europei, il nostro Paese quali risultati può vantare? A che punto siamo?
SC:E' chiaro che l'Italia da sola può fare poco, ma siamo una nazione rispettata nel mondo e, se diamo il buon esempio, ci seguiranno in tanti, così da creare quell'onda che coinvolgerà gli altri Paesi: ognuno può dare il suo 1%, ma solo iniziando a salire la montagna possiamo arrivare alla vetta. Fin da subito abbiamo innalzato l'asticella dell'ambizione in Europa, attestandoci nel blocco con obiettivi più alti: il nostro Piano energia e clima ha ricevuto attestati di stima e parole di elogio dalla Commissione europea. Adesso è in fase di consultazione con gli
stakeholders e con i cittadini ed entro fine anno sarà operativo e vincolante.
Abbiamo già creato un credito d'imposta per le aziende che producono con meno imballaggi o con imballaggi ambientalmente sostenibili. In attesa che la direttiva europea diventi legge nazionale e potendo bandire la plastica usa e getta, posso dire che la legge “Salvamare", di cui parlavo prima, sarà discussa a breve in Parlamento. Ho invitato tutto l'arco parlamentare ad accelerare l'iter, per far sì che diventi legge al più presto.
Basterà la Direttiva UE a frenare la produzione di plastica (data in forte aumento) nei prossimi anni?
SC:Come ho cercato di spiegare, l'obiettivo si raggiunge puntando su molteplici fattori: le leggi europee e nazionali, le agevolazioni fiscali, le campagne di sensibilizzazione, il nostro stile di vita quotidiano e così via.
L'obiettivo deve essere produrre meno rifiuti, e anche comprarne meno, incentivare il riciclo, e spingere al massimo l'economia circolare. Dare il buon esempio, assumendo un impegno preciso nella lotta globale contro la plastica, significa fare da modello virtuoso replicabile in più contesti. Oggi siamo chiamati tutti a essere ambasciatori dell'ambiente, a percorrere insieme la strada della sostenibilità. Ogni rivoluzione non può non partire da piccole azioni.