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ELEMENTI
03/12/2018

Elementi 45, periodico del Gestore dei Servizi Energetici

Sergio Costa                  Riduzioni emissioni: si può fare, ma servono misure serie

Stefano Besseghini L’Autorità, tutela e volano del settore energetico

Gianni Girotto                      Energia, sarà rivoluzione a tutto tondo

Monica Frassoni         Settore energetico, evoluzione fa rima con efficienza

Giuseppe Ricci                 Salvaguardare le forniture d’energia e la competitività delle industrie

Gioia Ghezzi                         Smart City avamposto dello sviluppo sostenibile

Carlo Carraro                 Cambiamenti climatici? L’Italia può recitare la sua parte

Massimo Inguscio         Senza ricerca non c’è innovazione

Roma, 3/12/2018 – “Le emissioni? Le combatteremo. Un’ipotesi allo studio degli uffici tecnici del ministero sarà sbloccare le risorse per mettere in moto un fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti per acquistare autobus elettrici, con le necessarie infrastrutture per rifornirli e farli circolare, e concederli ai Comuni più in difficoltà sul fronte dello smog, che purtroppo sono tanti, specialmente nelle grandi aree metropolitane e nella pianura padana. Progettare concretamente e con una visione di ampio respiro ci farà anche rispondere alle infrazioni europee in atto". Così Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente nel suo intervento nell’ultimo numero di Elementi, house organ del gruppo Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it.

Costa ha proseguito dicendo che: " Al Consiglio dei ministri Ue, a Lussemburgo, ho proposto che l'Europa mantenga, facendolo diventare vincolante, l'obiettivo di riduzione del 15% delle emissioni di CO2 nel settore automobilistico, già previsto dalla Commissione europea per il 2025. Ma poi si deve accelerare, aumentandolo al 30% verso il 2028 e arrivando a un taglio del 40% al 2030. Inoltre, abbiamo chiesto di eliminare il sistema dei crediti ai produttori, che alla lunga incentiva a inquinare”.
In merito all’importanza dell’economia circolare, Costa ha precisato: “E’ la chiave per investire su parametri nuovi, con l’obiettivo nel medio-lungo periodo di raggiungere rifiuti zero e rivedere le misure di contrasto all’inquinamento”. Quanto alla SEN, il ministro dell’Ambiente ha detto che: “Ci sono cose da rivedere: per esempio, l’ultima Strategia energetica nazionale non dava molto spazio all’efficienza energetica rispetto ad altri interventi. E’ necessario, inoltre, valutare soluzioni più efficaci per la promozione e l’incentivazione dell’efficienza energetica sia nel settore industriale sia in quello residenziale. La progressiva riqualificazione del patrimonio edilizio è un passaggio inevitabile per raggiungere i target previsti per il 2030. Per questo l’ecobonus si presenta come uno strumento chiave”.

Stefano Besseghini, Presidente di ARERA, parlando dell’attività dell’Autorità ha sostenuto che: “Arera deve puntare a un quadro di leale e forte collaborazione istituzionale. Solo così, ciascuno nel proprio ambito di competenze, potrà sviluppare un’azione efficace per far crescere il mercato e tutelare i consumatori”. Besseghini ha continuato dicendo: “Fare ricerca e innovazione nell'energia oggi è uno sforzo che non può ridursi a una visione molto verticale di un tema, bisogna vedere il settore energetico nel suo complesso e nella sua capacità di integrazione e sinergia”. Relativamente agli incentivi alle rinnovabili, Besseghini pensa che: “Sono in qualche modo inevitabili, soprattutto quando le tecnologie non sono ancora mature e si vogliono dare segnali di accelerazione in qualche direzione”. Ma ha tenuto a precisare che: “Trattenersi da improvvise accelerazioni o brusche decelerazioni, come in passato, è forse il principale obiettivo. Gradualità, osservabilità degli effetti e strumenti di modulazione degli incentivi dati sono strumenti utili per governare con attenzione un meccanismo delicato. Abbiamo poi un problema evidente di oneri che complessivamente accumulati nel tempo e che condizionano le scelte che possiamo fare. Il loro peso non è solo avvertito dalla limitazione che impongono a riutilizzare lo stesso strumento, ma anche dagli effetti che inducono sul mercato elettrico comprimendo l’appetibilità del mercato libero e complicando la vita degli operatori, ben al di là delle intenzioni del legislatore. Non dico nulla di nuovo, ma i tempi sono maturi perché a tutto questo si trovi una soluzione”. Besseghini ha concluso dicendo: “Se energia elettrica e gas sono settori adulti, l’acqua è in fase ‘adolescenziale’ e i rifiuti al primo vagito. L’attività di regolazione dei nuovi settori sarà impostata secondo un quadro metodologico coerente con quello degli altri settori già regolati da Arera. Ci muoveremo di conseguenza studiando, costruendo elementi di competenza e attingendo per quanto possibile alle best practice dei settori di regolazione più maturi. Gli obiettivi sono sempre gli stessi: favorire l’industrializzazione e i processi, l’efficienza, lo sviluppo della concorrenza, la qualità e uniformità del servizio, sempre a tutela del consumatore”.

Gianni Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato, ha detto che: “Siamo impegnati nella costruzione di un modello energetico rinnovabile, efficiente e decentrato nel quale deve essere garantita la concorrenza e la partecipazione nel mercato dell'energia sia dal lato dell'offerta che della domanda, con lo spostamento deisconsumi verso il vettore elettrico anche con la diffusione e il sostegno per l'impiego dei veicoli elettrici”. Ancora Girotto: “Per prendere scelte razionali e funzionali si deve tenere un dialogo con le parti interessate. Abbiamo un confronto continuo con gli stakeholders sui diversi temi. Gli strumenti della Commissione ci permettono di farlo attraverso audizioni specifiche o consultazioni dirette online. Rispetto alla Commissione precedente proveremo a tenere una maggiore attenzione allo sviluppo di economie locali che spesso sono state represse da grandi progetti industriali che hanno lasciato in molti casi anche devastazioni. Pensiamo alle aree industriali da mettere in sicurezza e da bonificare che spesso ostacolano ogni altro tipo di sviluppo su quei territori. Anche in Italia ci sono buone pratiche di riconversione delle aree degradate in veri gioielli innovativi nell'economia circolare". Per Girotto, “Occorre lavorare quotidianamente per rispondere concretamente al monito lanciato dagli scienziati sapendo cogliere le enormi opportunità che il processo di trasformazione può offrire nella tutela dell'ambiente, della salute e nello sviluppo di tecnologie innovative per superare i rischi e i costi determinati dal cambiamento climatico”. Girotto ha poi affermato che: “Alcuni studi descrivono la possibilità di realizzare circa 25 GW di autoconsumo da fotovoltaico al 2030 di cui poco meno della metà del potenziale è riferibile a consumi civili, grazie all’allargamento del perimetro di autoconsumo ai condomini. La stima parte dai dati ISTAT, superfici utili su coperture domestiche comprese tra 20.000 e 30.000 ettari (già al netto di aree vincolate, spazi non asservibili, eccetera). Attualmente il quadro regolatore presente ostacola gran parte dello sviluppo del potenziale. La normativa seppur obbliga il riconoscimento del permesso di costruire per i nuovi edifici ad avere una quantità di energia prodotta da un impianto fotovoltaico, ne limita di fatto l'impiego non essendo possibile cedere l'energia prodotta ai condomini stessi se non limitatamente alle parti condominiali. E' vietata anche la possibilità di acquistare energia prodotta dal tetto del vicino. Questi ostacoli normativi verranno rimossi con legge nel recepimento della direttiva sulle rinnovabili che considera la possibilità di realizzare tali configurazioni di impianti. Con “l'Affare Assegnato” che stiamo svolgendo in Senato abbiamo aperto un ampio confronto per arrivare a questo risultato”. 


Monica Frassoni, Presidente della European Alliance to Save Energy (EU-ASE), parlando dell’efficienza energetica, ha affermato che: “L’efficienza energetica è una delle misure nel campo delle tecnologie pulite più cost effective: per ogni euro investito ne tornano tre in termini di risparmio e di costi legati agli impatti sanitari evitati. L’efficienza energetica è essenziale per la decarbonizzazione, se vogliano essere net zero al 2050 come ci chiede l’Accordo di Parigi”. Frassoni, si è poi soffermata a parlare del patrimonio edilizio, sostenendo che: “Dobbiamo sostenere a livello governativo e di stakeholder un grande piano di riqualificazione del patrimonio edilizio non solo perché ci serve, ma anche perché abbiamo il contesto normativo adatto. Abbiamo la direttiva europea sulla performance energetica degli edifici e la direttiva sulle efficienza energetica post 2020, entrambe importantissime, che dovranno essere recepite nei prossimi 20 mesi e trasposte adeguatamente. L’Accordo di Parigi ci pone nel contesto di obblighi internazionali che chiedono di ridurre le emissioni. Abbiamo la governance Ue con il regolamento che introduce per la prima volta nel sistema normativo europeo il concetto di ‘energy efficiency first’. Siamo in una fase di negoziazione del nuovo Multi annual financial framework (MFF), il piano dei fondi Ue 2021 - 2027, risorse da veicolare verso questo settore ad alto potenziale”.

Giuseppe Ricci, Presidente di Confindustria Energia, in merito al processo di decarbonizzazione dell’energia ha detto: “Il processo non può mettere a repentaglio la fornitura di energia e non deve minare la competitività delle nostre industrie. Nel nostro comparto, quando parliamo di incentivi e divieti, ci riferiamo a meccanismi di sostegno a determinate fonti o tecnologie. Credo che sia coerente destinare le risorse economiche al settore dell’R&D e lasciare che sia il mercato a premiare le tecnologie che riusciranno a centrare gli obiettivi ambientali nel modo più efficace ed efficiente in termini di tempi e costi. L’approccio da sostenere è quindi quello olistico, che guarda a tutte le fonti di energia e alle soluzioni tecnologiche. La neutralità tecnologica va in direzione dell’ambiente, ma anche verso le esigenze del mercato e soprattutto del consumatore finale, che sia l’industria o il cittadino”. Ricci ha poi sottolineato che: "Valorizzare le fonti energetiche nazionali, convenzionali e non, ridurrebbe in maniera importante la fattura energetica e quindi i prezzi dell’energia per imprese e famiglie, e ci consentirebbe di essere meno esposti alla volatilità dei mercati internazionali. Le fonti rinnovabili saranno predominanti nel mix energetico del futuro e spetta a quelle tradizionali accompagnarle nel cammino di sviluppo”. Ricci ha concluso dicendo che: “Il tema delle infrastrutture è fondamentale. Occorre investire adeguatamente sia per il loro mantenimento in efficienza che per il loro potenziamento, ancor più in questa fase di transizione che introduce nuovi modelli di produzione e consumo dell’energia”.

Gioia Ghezzi, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Sviluppo sostenibile e Smart Cities, ha affermato che: “Le città intelligenti sono una grande opportunità: attraverso un’attività di governo responsabile dell'area urbana, grazie a un modo diverso e integrato di progettarla e con un costante monitoraggio delle sue performances. Abbiamo l’occasione di generare molteplici benefici. La tecnologia è evidentemente un fattore abilitante. La chiave però non è la disseminazione di sensori e IoT (Internet of Things) nel territorio, ma la creazione di una stretta sinergia tra i diversi attori (Regione, Città Metropolitana, Comune, Camera di Commercio, imprese, etc) rispetto a una pianificazione di lungo periodo, che metta al centro i bisogni presenti e futuri degli utenti della città: cittadini e imprese. L’intelligenza applicata alla città si deve manifestare con la sua facilità di utilizzo e la riduzione drastica del suo impatto ambientale”. La Ghezzi ha poi indicato i settori che più possono essere interessati dalle politiche pensate sul modello delle smart city: “mobilità e trasporti, energia e building, ambiente e risorse, salute, pubblica amministrazione, sicurezza, capitale umano, turismo e cultura e, infine, spazi pubblici e inclusione sociale”.

Carlo Carraro, Presidente della European Association of Environmental and Resource Economists, sull’aumento delle emissioni di CO2, ha sostenuto che: “Quanto fatto è insufficiente, perché gli investimenti pubblici hanno preso altre strade, mentre quelli privati sono stati condizionati dagli input politici. Si è data l’impressione che con Parigi si fosse fatto tutto ciò andava fatto, ma non è così. Ad esempio l’implementazione manca all’appello e lo stesso accade sul fronte della mitigazione e dell’adattamento che avevano come obiettivo l’investimento di 100 miliardi all’anno. Il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres ha detto recentemente che se non cambiamo corso entro il 2020, rischiamo di mancare il punto oltre il quale i cambiamenti climatici diventano irreversibili, con conseguenze disastrose per le persone e i sistemi naturali che ci sostengono. Ma il suo appello ai leader globali affinché adottino azioni contro i cambiamenti climatici di origine antropica è rimasto lettera morta”.

Massimo Inguscio, Presidente del Cnr, ha affermato che: “Il futuro della ricerca nel campo delle tecnologie energetiche a lungo termine è incentrato su un approccio integrato per la produzione di energia termica, chimica e per lo sviluppo di materiali. La politica energetica ci impone di ridurre le emissioni di carbonio attraverso l’impiego di risorse rinnovabili e fonti alternative e anche su questo fronte la ricerca vuole contribuire a un consumo più consapevole, una produzione sempre più pulita, una maggiore efficienza con migliori strategie di produzione industriale, con il ricorso all’intelligenza artificiale, con nuovi materiali e sistemi di accumulo”. Di fronte all’inetrrogativo se le grandi batterie per uso domestico possono diventare di uso quotidiano nei prossimi anni, Inguscio ha concluso sostenendo che: “I sistemi di accumulo sono, da un lato, ancora a un livello di sviluppo insufficiente, dall’altro appaiono essenziali. La gran parte dei nuovi investimenti punta su soluzioni elettrochimiche, più adatte al modello di generazione distribuita di energia che va affermandosi nei Paesi avanzati, con batterie per il controllo e la stabilizzazione di trasmissione e distribuzione. Non a caso, negli ultimi anni abbiamo assistito a una significativa diffusione di sistemi elettrochimici per applicazioni residenziali, anche in Italia”. 

Completano il numero 45 di Elementi:

- La rubrica “Virgolette” di Romolo Paradiso, nella quale il direttore di Elementi prende congedo dal giornale che ha fondato e diretto
        per diciassette anni. 

- Un’intervista a Paolo Mosa, chief commercial reguation & development officier di Snam, sulla rivoluzione del biometano.

- Un incontro con Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare, che evidenzia l’importanza di rendere “il sole” competitivo.

- Una coversazione con Claudio Spinaci, Presidente Unione Petrolifera, che chiede regole chiare e certe per l’industria elettrica. 

- Un confronto con Fabio Bocchiola, Presidente di Energia Concorrente, su quanto c’è da fare nel settore energetico.

- Un colloquio con Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy & Strategy Group dell School of Management del Politecnico di Milano, sulla sfida
        che attende le rinnovabili. 

- Lo Speciale su: “l’Acqua”.

- La rubrica “Elementi Normativi”, con i più importanti provvedimenti in materia energetica.

- “Il Punto” di Jacopo Giliberto, sulla transizione energetica.